La «Pietà tra due angeli» di Aldo Polloniato… allo Spirito Santo!

Pubblicato giorno 18 aprile 2017 - Comunità

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Pietà con due angeli, di Aldo Polloniato (da A. Carracci, 1603 circa)

Domenica 26 Marzo abbiamo inaugurato l’opera d’arte in ceramica donata alla nostra comunità dai nipoti del fu ceramista Aldo Polloniato.

L’opera è una copia dell’originale «Pietà tra due angeli», che è un piccolo dipinto di dimensioni 41×61, realizzato da Annibale Carracci nel 1603. Il pittore dipinse l’opera negli anni della sua vecchiaia e la utilizzò per pagare il suo medico per i servizi prestatigli.
Il soggetto del quadro rappresenta la passione di Cristo. Gesù è morto da poco e hanno tirato giù il suo corpo dalla croce. In alto a destra si possono notare la corona di spine e i chiodi ancora intrisi nel sangue che rappresentano i segni della passione. Il corpo di Gesù è steso sul sudario e poggia le spalle e il capo sul grembo di Maria, svenuta per il dolore. Due cherubini sostengono la Vergine e a loro volta piangono disperati.
La particolarità di questa pietà rispetto ad altre è che Maria è svenuta, talmente è sopraffatta dal dolore della morte di Gesù. I volti di Maria e Gesù in qualche modo si somigliano essendo entrambi esanimi e senza vita, poiché Maria ha vissuto fino in fondo la sofferenza, la passione e la morte di suo figlio.

La ceramica è stata realizzata ingrandendo di molto le dimensioni del quadro originale. Per effettuare l’ingrandimento il ceramista ha quadrettato la riproduzione e ha ingrandito di volta in volta ogni porzione.

La tecnica della ceramica è antichissima, raffinatissima e molto laboriosa e prevede di lavorare dell’argilla che non deve avere bolle d’aria all’interno. La tecnica consiste nello stendere dei pannelli con la creta e infornarli ad una temperatura di 1000 gradi; in caso di bolle d’aria la ceramica si spacca ed è necessario ricominciare da capo.
Da questa prima cottura si ottiene un risultato chiamato “biscotto”, su cui il ceramista stende in seguito uno strato di colori. La maestria nell’effettuare la coloritura sta nel fatto che i colori sono tutti ossidi ferrosi dispersi in acqua che data la porosità della ceramica vengono stesi senza poterne vedere la tonalità. L’opera viene in seguito infornata a piastrelle per una seconda cottura e poi vetrificata, e finalmente è possibile ammirare il risultato finale e la bellezza dei colori.

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Da sinistra: Livia Pecchioli, artigiana restauratrice che ci ha spiegato il pregio delle ceramiche; Mariano Zanardello, donatore del quadro, insieme al gemello, con al centro don Giovanni; Claudio Gallo, ingegnere, che ha progettato la messa a dimora delle piastrelle di ceramica

Ringraziamo la generosità della famiglia Zanardello che ha voluto donare quest’opera alla comunità in memoria dello zio Aldo, consentendo a tutti noi di poterla ammirare ogni giorno.

Gianfranco