Giornata Mondiale della Gioventù, un’esperienza indimenticabile

Pubblicato giorno 3 ottobre 2016 - Giovani

Dal 24 luglio al 2 agosto, anche noi dallo Spirito Santo siamo partiti per Cracovia per incontrare il Papa insieme a tutti i giovani del mondo. Dire che è stata un’esperienza indimenticabile è dire poco! E leggendo queste testimonianze di quattro nostri ragazzi lo capirete subito.

Don Giovanni

 

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Il nostro gruppo al completo: oltre a noi dello Spirito Santo, altri giovani di Arenzano, di Mater Ecclesiae (Marassi) e di San Quirico

Il 24 luglio anche io mi sono unita, insieme alla mia insostituibile “compagna di viaggio” Maddalena ed altri amici, al gruppo della parrocchia che aveva organizzato il viaggio per la GMG a Cracovia. Sono rimasta davvero soddisfatta da questa esperienza! Sia in quanto turista che, soprattutto, dal punto di vista dell’anima. Consiglio a tutti di intraprendere almeno una volta nella vita un’avventura del genere: là non esistevano pregiudizi, conflitti, rivalità… anzi, la “diversità” era sempre ben accetta. Respiravamo un’atmosfera di gioia allo stato puro; non importava dove fossimo e che cosa stessimo facendo, lo stare insieme rendeva tutto migliore.

Mi ricordo un episodio in cui, al termine di una giornata molto faticosa, mi trovavo con i miei amici sul tram; eravamo tutti molto stanchi e il caldo si stava facendo sentire davvero tanto. Mi trovai di fronte ad una ragazza, non so di che nazionalità fosse e sinceramente non è neanche fondamentale. So solo che mi ha riempito il cuore di gioia perché, guardandoci negli occhi, ci siamo sorrise entrambe. Non importa chi siamo, né da dove veniamo. L’importante è donare sempre il sorriso che quella ragazza ha donato a me.

Durante quei dieci giorni ho avuto modo di abbracciare il mondo intero, nel vero senso della parola.

Bibi

 

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Durante la Veglia con il Papa, l’emozionante momento in cui due milioni di giovani hanno pregato in silenzio con una candela in mano

“Vado o non vado?” Questa è stata la domanda che mi sono posta, e che è rimasta senza esito per qualche settimana, non appena Don Giovanni ci ha proposto di andare alla Giornata Mondiale della Gioventù.

La decisione finale, quella di andare, mi ha permesso di fare una delle esperienze migliori della mia vita, che mi ha aiutata a rafforzare la mia Fede e ha cambiato il mio modo di pensare e vedere le cose. La voglia di conoscersi e di stare insieme è stata presente fin da subito, nel viaggio (che abbiamo fatto in pullman)… ma quello era solo un preannuncio di ciò che ci attendeva a Cracovia.

La maggior parte dei ragazzi di Genova ha avuto la fortuna di essere ospitata in famiglie, la cui cordialità e gentilezza si può ben capire da questa frase, detta dalla ragazza che mi ospitava: “We are happy if the pilgrims are happy” (Noi siamo felici se i pellegrini sono felici). Ed era questo spirito di voler rendere felici gli altri che si respirava tra le vie della città e agli incontri di catechesi. Era come se nessun pensiero negativo in quella settimana avesse il diritto di sfiorare la nostra mente: la città era in festa, tutti avevano il sorriso sulla faccia, ognuno era entusiasta di fermarsi a parlare, scambiare ricordi provenienti dal proprio paese, conoscere. In pochi giorni ho conosciuto il mondo, la varietà di personalità, culture, lingue, idee: ma la Fede era una, e ci univa gli uni agli altri. E questa Fede, questa consapevolezza di varietà, mi ha aiutato anche ad affrontare la visita al campo di concentramento di Mauthausen: le differenze sono ciò che rende il mondo meraviglioso, non ciò che lo rovina. Non dobbiamo sentirci superiori agli altri, perché, come ci ha detto il vescovo di Brescia durante una delle catechesi che si svolgevano al mattino, “Dio ci ha affidati gli uni agli altri, perché gli uni dagli altri possiamo ricevere e donare per vivere”. E infatti, il momento che più ho sentito e il cui ricordo non mi abbandonerà mai è stato quando il Papa ci ha chiesto di prenderci le mani: 2 milioni di persone, 4 milioni di mani unite, senza distinzione di sesso, età, razza: uniti per costruire ponti, uniti per abbattere muri.

Maddalena

 

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Oltre a giovani allegri da ogni parte del mondo… anche tantissime suore sprint!

In realtà io non avevo idea di andare alla GMG, poi la sera della cena (organizzata come autofinanziamento per aiutare coloro che sarebbero andati) è scattato qualcosa in me e ho detto: devo andare! E così ho deciso! La GMG è un’esperienza unica, un’avventura da provare: avere a che fare contemporaneamente con persone di tanti paesi, scambiarsi braccialetti ed altri oggetti, conoscere persone da ogni parte del mondo… Un ringraziamento particolare a chi ci ha aiutato a partecipare a questa bellissima esperienza.

Un altro ricordo indelebile è stata la veglia con il Papa al Campus Misericordia con altri 1.500.000 giovani. Il momento più toccante è stato quando tutti eravamo inginocchiati con i lumini a pregare, cosa che se ci si pensa è veramente incredibile.

Sicuramente è un’esperienza che mi porterò dentro per sempre, non potrò mai dimenticarla.

Stefano

 

 

 

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Momento di relax: viaggio in battello sul Fiume Vistola

Da dove cominciare? Forse dalle famiglie polacche che ci hanno fatto sentire a casa accogliendoci come figli, come sembrava alla mattina quando facevamo colazione tutti insieme. E poi incontrare il mondo sui mezzi pubblici, nelle strade, nelle piazze, una festa perenne fatta dei colori delle bandiere di 186 paesi (anche quelli afflitti da guerra e povertà), di cori, di danze, di foto di gruppo improvvisate, di sorrisi gratuiti, tutti di buon umore anche quando si è in coda, si sta stretti, si ha fame o si deve andare in bagno. Che grande emozione trovarsi nei luoghi più cari a Giovanni Paolo II, ricordando il suo sorriso, le sue parole, la sua predilezione per i giovani. La stessa fiducia nella capacità dei giovani di migliorare il mondo ci è stata ribadita da papa Francesco, dal cardinal Bagnasco e da tutti i pastori che abbiamo incontrato. Le parole del papa che più mi sono rimaste in testa sono quelle che ha detto alla fine della via crucis in cui ad ogni stazione era associata un’opera di misericordia: “Nell’accoglienza dell’emarginato che è ferito nel corpo e del peccatore che è ferito nell’anima si gioca la nostra credibilità di cristiani; non nelle idee”. Non potrò mai dimenticare il fiume senza fine formato dai giovani che da ogni strada convergevano nei luoghi delle celebrazioni per festeggiare la fede comune, con canti dispiegati e silenzi intoccabili. Per tutte le preoccupazioni a cui avevo pensato prima di partire non c’è stato tempo!

Mauro